TEATRO BASILICA
Piazza di Porta S. Giovanni 10

dal 13 al 17 Novembre 2019

Uno spettacolo denso e delicato, un’elegia alla conoscenza e alla ribellione verso i muri della vergogna del mondo globalizzato. Circa quaranta anni dopo Cottimisti, Riccardo Caporossi riporta in scena “i mattoni” con una performance che unisce l’arte a un teatro essenziale e necessario, costringendo lo spettatore a riflettere su: quelli che hanno il muro sulla testa e quelli che il muro ce l’hanno in testa. Un gioco particolare che si svolge in toni fantastici, surreali, ironici.

Due operai visionari agiscono, mattone su mattone,

per riflettere su cosa è un muro; alla scadenza del 30° anniversario della caduta del muro di Berlino.

(1977-1989-2019)

ideazione – progetto – messa in scena – esecuzione

Riccardo Caporossi

con
Vincenzo Preziosa

luci
Nuccio Marino

Si parla ora, e tanto, dell’Europa dei muri e di quelli che ancora oggi dividono il mondo. Frontiere che sbarrano mettendoci di fronte ad “un vicolo cieco”.

Lastroni di cemento armato
Reti metalliche e filo spinato
Non c’è da capire come e perché
Ma un nuovo muro c’è”

I muri della vergogna del mondo globalizzato che, paradossalmente invece di abbatterli, ne sta innalzando di nuovi. Una barriera che inevitabilmente crea una netta separazione tra gli uomini. Quello che dovremmo chiederci è perché si torni a parlare di muri e confini da proteggere. Da chi e da cosa sentiamo il bisogno di difenderci?

Nel 1977 insieme a Claudio Remondi, Riccardo Caporossi ha realizzato lo spettacolo Cottimisti nel quale si costruiva un muro di mattoni, veri. Diviso il mondo in due; un di qua e un di là, rimanevano divisi uno dall’altro. Il gioco scenico turbava la coscienza dello spettatore che alla fine veniva provocato facendo calare una grande sfera di metallo sul pubblico per invitarlo a distruggere il muro, come è in uso nei cantieri la palla di ferro. 12 anni più tardi fu abbattuto il muro di Berlino.

Qualunque sia la ragione, il risultato è una linea di divisione. Baluardi, barriere, cortine, recinzioni, sbarramenti, steccati, insomma i muri che ancora resistono e tengono in ostaggio uomini e storia, costruzioni mentali e costrizioni sociali.

Ogni tentativo di comunicare resta bloccato da quella barriera; non necessariamente concreta e reale come un muro ma eretto con lo stesso miscuglio di odio, paura e mancanza di immaginazione. Lo stesso misero impasto di muri immateriali che separano gli uomini per razza, religione, cultura, ricchezze.

La solita cosa degli uomini: dividere.
Un qui e un di là, senza il vano di una porta.
Murata è la via e la testa.

Nello spettacolo il muro, man mano, viene smantellato. Il gioco si svolge in toni fantastici, surreali, ironici. Mediante la manipolazione dei mattoni si costruiscono immagini di porte, feritoie, finestre , linee merlate, torri, facciate, pareti ritagliate da fessure in cui si evocano frammenti di vita. Pur costruendo immagini man mano i mattoni vengono sottratti fino a lasciare il vuoto del palcoscenico e la strada aperta alla riflessione.

Programmazione: mercoledi-giovedi-venerdi-sabato: ore 21

domenica: ore 17,45

Spettacoli per un pubblico scolastico: giovedi 14 e venerdi 15 – ore 11

Durata spettacolo: 1 h.

Biglietto: € 10,00

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Nell’Ottobre 1993 la Galleria d’Arte SALA 1 dedicò una esposizione sul “lavoro segreto” di Riccardo Caporossi relativo alla elaborazione grafica e pittorica che ha sempre segnato il momento preparatorio degli spettacoli teatrali realizzati con Claudio Remondi, compagno di viaggio dell’itinerario artistico durato 45 anni e che ancora oggi prosegue, dopo la scomparsa di C. Remondi, la sua particolare originalità; caratteristica indelebile della sigla “REM & CAP”.

Lo spazio della Galleria comprendeva anche l’attuale Sala Teatro dove da pionieri, per la successiva e autonoma destinazione teatrale, rappresentarono durante la mostra il loro spettacolo “Richiamo”

Oggi, 2019 con la rinnovata gestione del Teatro Basilica, Riccardo Caporossi, dopo 26 anni, torna con la programmazione dello spettacolo MURA e ad esporre, nella Galleria Sala 1, una raccolta di immagini, intrecciando di nuovo la collaborazione tra i due luoghi.

L’Officina segreta di Cap”
mostra dei disegni e pitture che illustrano momenti significativi nel
percorso teatrale di Remondi & Caporossi.

Immagini che fanno parte del processo costruttivo di Caporossi il quale utilizza il disegno per descrivere e raccontare la scena prima di eseguirla nello spazio e nel tempo. Una relazione di reciprocità fra disegno e azione che anticipa sul foglio la sequenza narrativa costituendo una particolare scrittura scenica.

La mostra dei disegni e pitture è l’occasione per far conoscere le tappe del lavoro “segreto” di preparazione.

Il criterio di allestimento della Mostra e quindi il percorso-guida che viene suggerito, non è quello cronologico ma l’itinerario casuale dell’entrare, dell’uscire e del rientrare nelle “stanze” di una memoria che si fa immagine nella visione del presente, la rende viva e leggera con il peso del tempo che si trascina dietro.